Variazione luogo celebrazione S. Messa feriale a S. Croce
Date incontro catechesi 4a - 5a elementare 1a media
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LA PAROLA, VIDEO COMMENTO AL VANGELO DELLA DOMENICA,
A CURA DELLA DIOCESI DI VICENZA.
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***Il sito della parrocchia di Santissima Trinità - Schio (VI) ***
BREVE NOTA STORICA
La zona nord est di Schio fino al secondo dopoguerra, dipendente dalla parrocchia di San Pietro, vedeva solo qualche sparsa casa colonica. A partire dagli anni Sessanta, tuttavia, grazie allo stimolo sia del Comune sia delle industrie cominciarono a sorgervi molte case per gli operai, che provenivano da piú luoghi. A questo punto si manifestò l’esigenza della cura pastorale delle nuove famiglie; pertanto la parrocchia acquistò un cascinale e lo adattò sia perché ospitasse le funzioni religiose e l’insegnamento del catechismo, sia perché potesse viverci un sacerdote. La chiesa fu ospitata nel fienile e abbellita da un Crocifisso e una Madonna di Guido Cremasco (1969), cui si aggiunse un San Giuseppe dello stesso autore (1972). Il successivo incremento della popolazione, che ben presto raggiunse le quattromila anime, il consolidarsi delle attività proprie di una parrocchia e la prospettiva di poter in breve erigere una chiesa sufficiente per le esigenze del culto, spinse il vescovo di Vicenza ad erigere, l’8 dicembre 1970, la nuova parrocchia. Dopo la visita pastorale del 1977, in cui si constatò l’insufficienza del vecchio edificio, iniziarono le pratiche per progettare il nuovo edificio: furono presentati piú progetti e si scelse quello che l’architetto Ettore Vio aveva disegnato per una chiesa di Assisi e che era stato segnalato dalla curia di Vicenza. Dopo aver scelto un sito vicino al vecchio cascinale, la prima pietra fu posata nel maggio 1982 e, grazie anche alla collaborazione di molti parrocchiani, nella notte di Natale dello stesso anno si poté celebrare la Messa nel nuovo edificio, benché mancassero ancora le ultime finiture. Completate queste, l’8 dicembre 1983 il vescovo di Vicenza, mons. Arnoldo Onisto, poteva benedire la nuova parrocchiale.
NOTE DI ARCHITETTURA E ARTE
La forma a quarto di piramide della chiesa di Santissima Trinità è l’elemento che piú la caratterizza nello spazio scledense. La rapida ascesa del tetto, segnata in diagonale da un cupolino, culmina nell’asta che regge tre campane.
Salita una breve scalinata, si è subito nel porticato che avvolge l’aula su due lati. La porta d’ingresso, nobilitata con una Resurrezione in bronzo di Gianni Aricò (1983), (1983), è circondata da una vetrata multicolore di Giovanni Vio (1983), con le Opere di misericordia corporale (a sinistra) e le Opere di misericordia spirituale. Presso la porta sono rappresentati rispettivamente Paesaggio scledense estivo e Paesaggio scledense invernale. Entrati nell’ampia, unica aula, si è colpiti dalla struttura in legno al centro della quale corre in diagonale un cupolino continuo di plexiglas colorato, che passa dai colori scuri ai colori chiari che dominano sopra l’altare. Secondo l’interpretazione che ne ha dato lo stesso Vio, «i colori vorrebbero indicare il percorso spirituale di chi entra, che passa dalla fatica e dalla confusione della vita alla sicurezza e alle certezze dell’amore e della fede». Abbassati gli occhi, lo sguardo trascorre rapidamente all’altare in pietra bianca con l’immagine della Ultima cena, opera dei fratelli Farinon, dominato da un imponente Crocifisso bronzeo (Nereo Quagliato, 1989). A destra dell’altare c’è il Tabernacolo (E. Vio e G. Aricò, 1993). Altre opere d’arte abbelliscono l’edificio: il gruppo in terracotta della Sacra Famiglia (G. Cremasco, 1969-1972), preparato per la primitiva chiesa e ora posto nella nicchia oltre la penitenzieria. Piú oltre Il battesimo di Cristo (Mario Massarin, 1993) indica il fonte battesimale, mentre sopra il vano della parete presso l’organo, è La Santissima Trinità (M. Massarin, 1991). Nel 2001 la chiesa è stata arricchita dalla Via Crucis disegnata dallo scledense Franco Santacatterina. Rispetto alla tradizionale serie di quattordici stazioni, questa serie ne aggiunge una quindicesima: Gesú risorto.
Oggetti d'arte di particolare pregio e/o interesse: La pala della Santissima Trinità, opera di Mario Massarin fu inaugurata il 1° dicembre 1991. L’artista ha voluto ispirarsi alla notissima icona di Andrev Rublev, reinterpretandola con tecnica diversa. I tre angeli posti attorno alla mensa su cui sono posati i simboli dell’Eucaristia, rappresentano le tre persone divine: il Padre, l’angelo di sinistra, contrassegnato da una tunica azzurra, coperta dal manto regale; il Figlio, l’angelo centrale dalla tunica rossa, mattone e gialla, simboli della terra e del sangue, tiene in mano il rotolo di un manoscritto: è il segno dell’alleanza che la croce ripristinerà fra Dio e gli uomini; lo Spirito Santo, l’angelo di destra dalla tunica azzurra, perché deve «far ricordare le Parole e far comprendere» (Gv. XIV, 26), coperta da un mantello verde, perché lo Spirito «rinnova la faccia della terra» (Sal. CIV, 30).
Fonte: www.comune.schio.vi.it/comune/schio/edilizia_sacra/chiesa_strinita_cimitero.htm