Avevamo preparato la preghiera prendendo spunto da temi contenuti nella recente Enciclica di Papa Francesco “ Fratelli tutti”, la quale termina con una preghiera che riportiamo qui sotto e che vi proponiamo di recitare il 1 gennaio come segno di fratellanza e di speranza:

 

Signore e Padre dell’umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno,
senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.

 

Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen.

 

 

Locandina PASSI DI PACE da scaricare

 

Gruppo “Giustizia e pace”

 

liberare la società dall'impoverimento: mito o utopia?

 

Il nostro gruppo ha dedicato una parte delle attività dell'anno ad informarsi e a cercare di approfondire i meccanismi che regolano l'economia, le cause che hanno portato alla crisi attuale, le proposte per una economia alternativa, più attenta alla redistribuzione delle ricchezze, ai problemi del lavoro, ai processi che creano la povertà. Come cristiani e cittadini responsabili dovremmo essere più consapevoli a queste tematiche e allo stile di vita che ne consegue.

Ma a cosa si riferisce il titolo di questo articolo? Ai primi di settembre alcuni di noi hanno partecipato in Toscana ad una marcia per la Giustizia (da Agliana a Quarrata in provincia di Pistoia) che aveva l'obiettivo di lanciare, per la prima volta pubblicamente, quello che dovrebbe diventare, a partire dal 2013, un lungo ma significativo cammino a livello nazionale ed internazionale, coinvolgendo cittadini, gruppi, associazioni, chiese, amministrazioni, ecc.

Di seguito vi proponiamo alcune prime informazioni e stimoli generali che fanno da introduzione al progetto (tratti dai documenti di presentazione che potete trovare nel sito internet www.banning poverty.org). Da parte nostra ci prendiamo l'impegno di organizzare in futuro iniziative ed incontri per chiarire meglio le finalità e le modalità di questo cammino e per dare la possibilità di partecipare a coloro che hanno voglia di collaborare attivamente.

Poveri non si nasce, lo si diventa. La povertà è un “prodotto “ della società. Piuttosto che di poveri bisogna parlare di impoveriti. Negli anni ’50-’80 i paesi scandinavi sono riusciti a creare delle società senza poveri, perché lo hanno voluto e perché hanno creduto nell’uguaglianza tra tutti i cittadini rispetto al diritto ad una vita umana decente. Negli Stati Uniti, invece, il numero di impoveriti non ha cessato di crescere (oggi supera i 50 milioni su 300) perché si tratta di una società che crede nell’inuguaglianza “naturale” tra i cittadini anche rispetto ai diritti umani e sociali formalmente riconosciuti.

“Dichiariamo illegale la povertà”, significa batterci per mettere fuori legge le cause strutturali che generano ed alimentano i processi d’impoverimento di interi popoli, gruppi e categorie sociali.

 

Fra le cause strutturali ci sono:

- le disposizioni legislative, come leggi o misure amministrative (nel campo del lavoro, relative alla fiscalità ed alle tasse, riguardo l’accesso ai servizi pubblici di base….)

- istituzioni locali, nazionali, internazionali, come gli istituti bancari specializzati nelle operazioni finanziarie speculative….

- le pratiche sociali collettive, come quella di pensare che “i poveri” sono naturalmente più potenziali criminali degli altri.

 

Concretamente significa che in 5-6 paesi pilota del mondo cercheremo nei prossimi cinque anni di mettere fuori legge una o due leggi, una o due istituzioni, una o due pratiche sociali collettive che sono all’origine dell’impoverimento, perché produttrici di processi di arricchimento ingiusto, inuguale e predatorio.

L’obiettivo dell’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” é di ottenere nel 2018 a 70 anni dalla “Dichiarazione Universale di Diritti dell’Uomo”, l’adozione di una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che affermi la legittimità della messa fuori legge dei fattori che sono all’origine di una ricchezza inuguale, ingiusta e predatoria e quindi dei processi di impoverimento e di creazione dei poveri.

Nessuno si nasconde che la strada per giungere alla meta è lunga e difficile, bisogna parlare all'intelligenza, ma anche al cuore. Bisogna far leva sul sogno e sull'utopia: l'utopia non è il mito. Il mito è una proiezione fuori dal reale, l'utopia è la costruzione di un futuro ideale, ma comunque possibile.

Le sole battaglie che si perdono sono quelle che non si combattono! Non si può accettare che oggi ci siano 3 miliardi di impoveriti ed accontentarci di “avere la fortuna”, come si dice, di….. non essere fra loro.

A presto!

Un sincero Augurio di Buon Natale e per un sereno 2013 dalla

Associazione Giustizia e Pace.

 

Ricordiamo che oltre alla sensibilizzazione, la nostra attività consiste nel sostenere progetti di solidarietà mediante contributi spontanei dei partecipanti. Chi volesse unirsi a noi ci ritroviamo il 1° martedì di ogni mese alle 20.45 nei locali del sottochiesa di SS. Trinità.